Memorie dell’estate 2021: la route al Civetta

Bisogna dire che per il noviziato (16 anni) e il clan (17-21 anni) quest’ultimo anno scout appena trascorso è stato molto difficile: poche occasioni di incontro, molte restrizioni, nessuna uscita con pernotto. Con l’arrivo dell’estate, appena c’è stata la possibilità di organizzare i campi estivi, con tante esitazioni e tante attenzioni per le norme e la sicurezza, abbiamo iniziato ad accarezzare l’idea di rivivere dopo tanto tempo l’esperienza della route. Ed è così che a fine luglio siamo partiti per Dont, il ridente paesino del bellunese, da cui è partito il percorso attorno alla catena montuosa del Civetta.

 

Dopo i primi due giorni di meteo relativamente stabile, il resto della settimana è stato funestato da nuvole, piogge e gelide nottate. Il clima avverso non ha però fermato il nostro cammino. Partendo da meno di mille metri, siamo via via saliti di altitudine fino a raggiungere il rifugio Carestiato a 1800 metri. Da lì siamo arrivati a una simpatica malga popolata da tante mucche (manze, per l’esattezza) che hanno varie volte visitato il nostro accampamento, incuriosite di questi strani visitatori.

 

La Domenica si prospettava essere la tappa più lunga e così e stato, con la pioggia che ci ha accompagnato lungo il cammino dal momento della partenza a quello dell’arrivo al passo Vazzoler a 1700 metri di altitudine. Stanchi e infreddoliti non abbiamo resistito alla tentazione di riscaldarci e confortarci con una buona cena in rifugio. Oltretutto, avevamo di che festeggiare: il compleanno del capo clan Pippo, e di padre Giuliano il giorno precedente. I giorni successivi sono stati fisicamente meno impegnativi e abbiamo avuto più occasioni di passare del tempo assieme dopo cena per chiacchierare e cantare. Siamo infine arrivati all’ultima tappa, presso il lago Coldai, dove abbiamo trascorso l’ultima notte assieme per poi raggiungere il paese di Pecol dove ci attendeva la corriera per il viaggio di ritorno. Nei rari momenti di cielo sereno abbiamo avuto anche il tempo per momenti di preghiera, di confronto e di riflessione individuale e comunitaria.

 

Quella che abbiamo vissuto è stata veramente un’esperienza intensa di strada, di comunità e di fede. Nonostante le oggettive difficoltà che abbiamo affrontato, dopo un anno di contatti discontinui e a distanza, siamo riusciti a vivere un momento di vera comunità in cui abbiamo riallacciato i rapporti e accolto i ragazzi del noviziato nella grande comunità del clan.